PROGETTO OTONGA
Affidato alla Fondazione Otonga guidata dal Professor Giovanni Onore, Entomologo, Ordinario alla Pontificia Università Cattolica dell’Ecuador.
La foresta Otonga in Ecuador racchiude un patrimonio floro-faunistico tra i più rilevanti della Terra. Il Progetto Otonga si propone di acquistare porzioni di foresta primaria per salvarne la straordinaria biodiversità e tutelare la ricchezza biologica del Pianeta.
L'ambiente
Sulle pendici occidentali della catena andina è stata creata la Riserva Integrale Otonga, zona di notevole valore scientifico per la presenza di specie animali e vegetali scomparse nel resto del Paese e, a volte, ancora ignote alla scienza.
Il termine Otonga deriva dal nome di un lombrico presente in questa foresta, le cui dimensioni - può raggiungere il metro e mezzo - inducono spesso gli indigeni a confonderlo con un curioso anfibio vermiforme e senza zampe che vive sottoterra.
Nella Riserva la temperatura media annua si mantiene tra i 18 e i 24 gradi, con precipitazioni che oscillano annualmente tra i 3.600 e i 5.400 mm. Si distinguono due sole stagioni: una con maggiori precipitazioni, da dicembre a maggio, e una più secca, da giugno a novembre.
L’elevatissima umidità media annua (87%) sta alla base di due fenomeni tipici di quest’area: la nebbia e la rugiada.
L’acqua svolge una funzione fondamentale nella regione essendo elemento integrante del suolo. Grazie alla presenza di vegetazione sulla superficie del terreno, nascono quattro grandi fiumi (Esmeraldas, Lelia, Las Damas, Samborondon) la cui acqua viene utilizzata anche dalle regioni circostanti.
La storia della riserva
La Riserva Otonga esiste non in forza di atti legislativi di tutela, ma grazie all’acquisizione progressiva di lotti di terreno forestale da parte di una Fondazione appositamente costituita, la Fundación Otonga, riconosciuta con accordo ministeriale ecuadoregno. L’obiettivo primario del progetto è quindi reperire fondi per nuove acquisizioni territoriali e proteggere così aree di foresta sempre più ampie. Un altro aspetto determinante è il coinvolgimento delle popolazioni locali che vengono educate a una gestione consapevole del territorio. “Il rispetto della natura che ci circonda passa attraverso l’educazione - racconta Giovanni Onore - e molte nostre attività sono rivolte ai giovani e ai bambini affinché diventino i primi custodi di questa inestimabile ricchezza”.
Un excursus delle tappe di accrescimento dell’area evidenzia come si sia creato fin da subito uno stretto legame con l’Italia.
I primi cento ettari di bosco vengono acquistati nel 1988. Il loro controllo viene affidato alla famiglia Tapia che, con Don Cesar e i figli Italo, Elicio e Arturo, si impegna nella protezione della fauna e della flora e avvia le attività guidate per i visitatori.
Nel biennio 1992/1993, la Riserva raggiunge i 650 ettari.
Alla fine del 1997, grazie al contributo di 20 milioni da parte dell’azienda Valcucine di Pordenone, si procede all’acquisto di altri 200 ettari di foresta e si realizza così il congiungimento alla riserva naturale statale “La Florestal” di circa 4.000 ettari, creando un grande corridoio verde.
Nel febbraio 1998 con la nascita di Bioforest, sostenuta in primis da Valcucine, a cui si unirono ben presto altre industrie, Otonga, che si estende ormai su circa 850 ettari, è destinata ad ampliarsi notevolmente e in tempi rapidi. Le nuove risorse finanziarie rendono possibile lo sviluppo di un progetto pilota decennale articolato in diversi interventi e con obiettivi ben precisi.
Nel 1998, alla struttura costruita al momento dell’acquisto si aggiunge una costruzione più ampia che consente l’alloggio a biologi e naturalisti di diverse parti del mondo e a diversi gruppi di studenti universitari di Quito che fanno esperienza sul campo imparando a conoscere la fauna e la flora del luogo.
Nel 1999 viene costruita la stazione scientifica. Situata ai margini delle province di Pichinca e Cotopaxi, si estende tra gli 850 e i 2.300 metri s.l.m. ed è riconducibile a due precise tipologie ambientali: la parte montuosa più alta corrisponde al tipico bosco nuvoloso, mentre la parte bassa appartiene alla foresta pluviale tropicale. Questa classificazione sottintende diversi ecosistemi che contengono forme di vita estremamente varie e diversificate tra loro.
Oltre alla stazione scientifica, che facilita lo studio della fauna e della flora di Otonga in loco, viene creato un grande vivaio con 20.000 piante native utilizzate per riforestare alcune aree all’interno e ai bordi della Riserva. Con l’aiuto di alcuni giovani della zona vengono poste a dimora circa 35.000 piantine ricavate dai semenzai e dai vivai.
Con gli ultimi acquisti la foresta supera i 1.000 ettari di estensione.
Una biodiversità unica al mondo
Grazie al contributo di studiosi di diversa nazionalità, è in fase di redazione un censimento delle specie animali e vegetali della foresta. La Riserva è considerata una delle aree più importanti della Terra per la sua grande biodiversità.
La Fauna
Attualmente sono registrate più di cinquanta specie di mammiferi, tra cui la pacarana o guanta (Dynomis branickii), specie dichiarata in pericolo di estinzione a causa della deforestazione e della caccia, la guatusa (Dasyprocta punctata), due specie di porcospino del genere Coendou, diverse specie di raposa o volpe (tra cui quella "mangiauova"), il topo marsupiale Caenolestes sp.
Esistono inoltre ben tredici specie differenti di pipistrelli (il pipistrello orecchiuto, il pipistrello albino comune, il pipistrello coda di topo grande Molossus ater), l'orso dagli occhiali (Tremarctos ornatus), il gatto delle paglie (Oncifelis colocolo), il tigrillo piccolo (Felis tigrina), il puma o leone americano.
Nella riserva vivono più di 200 specie di uccelli tra i quali: i colibrì Coeligena wilsoni e C. torquata, i picchi Piculus rivolii e Veniliornis fumigatus, la rondine Condor Streptoprocne zonaris, il tucano andino Andigena laminirostris.
Innumerevoli sono le specie appartenenti alla fauna minore come anfibi, rettili, insetti.
In Otonga si trovano alcuni tra gli insetti più grandi del mondo, come i famosi Dynastes hercules e Dynastes neptunus.
Si incontrano spesso specie nuove per la scienza come la spettacolare Mantide dalle ali formose (Calopteromantis otongica).
Professor Giovanni Onore
Giovanni Onore, nato in Italia nel 1941, si è laureato in Scienze Agricole, Specializzazione Entomologia, ed è abilitato come Agronomo.
Ha insegnato biologia, fitopatologia, entomologia, agronomia in Italia e all’estero.
Fino al 2015 è stato professore ordinario di Zoologia degli invertebrati, Entomologia, Artropodi, Insetti dell’Altopiano, Insetti nocivi e Apicoltura presso la Pontificia Università Cattolica di Quito (Ecuador)
Ha scoperto centinaia di nuovi insetti e ha pubblicato numerosi saggi, ricerche e monografie, in particolare sugli insetti e l’apicoltura.
Dal 1998 dirige la Fundación Otonga, ONG dedicata al popolo nativo e alla conservazione della natura in Ecuador, di cui è l’attuale presidente.
Nel 2019 ha diretto incontri al Carnegie Museum of Natural History, Dayton, USA, ed è stato relatore alla conferenza sulla biodiversità nelle Ande, organizzato dall’Universidad Tecnica Equinoccial, Ecuador.